mercoledì 29 giugno 2016

VITE IN GUERRA

di Gianluca Bissolati

Soldati alla rinfusa
in cerca di una meta,
trascinano ormai stanchi
le membra tartassate
e i cuori tumefatti.
Per queste vie scoscese
speriamo nella nebbia
di scorgere una meta
che pare poi ogni istante
un poco più lontana.
Battaglie per la vita
si tengon nella notte,
ed anche la speranza
da sempre a nostro capo
ci pare in fin di vita.

martedì 14 giugno 2016

FUGA DI UNA SOLA NOTTE

di Gianluca Bissolati


La giungla urbana
ricolma di alberi grigi
con rami elettrofori,
e la gettata nera
di erba di catrame
su cui vagare scalzi,
mi appare un poco meglio,
seppur nell'indecenza,
che star rinchiuso in me
col fumo dei pensieri
di gomma che brucia.
E dentro si sta male,
e fuori è tutto morto:
così dipingo il mondo
di verde fantasia.

venerdì 3 giugno 2016

INTRODUZIONE A "PACE PER IL FUTURO", MOSTRA DEL 2 GIUGNO 2016

di Gianluca Bissolati

Ho scelto la poesia “Pace per il futuro” perché mi sembra che tratti uno dei temi più importanti dei giorni nostri relativi alle TRANSIZIONI: l'incontro di culture diverse.
Parlare di incontro di culture nel giorno in cui si festeggia la nostra Repubblica mi sembra di cruciale importanza, in quanto ci spinge a domandarci cosa accadrà – e cosa sta già accadendo - nel nostro Stato. Sappiamo tutti quanto nell'ultimo periodo le migrazioni da paesi lontani interessino da vicino la nostra realtà; e questo è un dato di fatto, che piaccia o meno.
Non voglio entrare nell'ambito politico, ma credo che in un mondo in rapida trasformazione, in cui i confini nazionali stanno lentamente cambiando il loro significato, questo scambio di vedute tra popoli diversi vada affrontato come un'opportunità piuttosto che una minaccia.
So di esprimere un'idea che molti non condividono, ma voglio comunque fare il guastafeste ed invitare tutti a riflettere su di un modo di considerare la cultura come un qualcosa che cambia e si evolve nell'incontro di persone e popoli differenti.
So anche che questo incontro non è esente da pericoli. Abbiamo tutti in mente i gravissimi errori che si stanno compiendo in questi anni: uno tra tutti il terrorismo, che legittimamente ci spaventa. Ma io credo che non si debba cedere alla logica del terrore e dell'odio. È evidente che in un momento di incontri complicati come quello in cui stiamo vivendo, qualcuno commetta degli errori, errori anche gravissimi. Ma noi non dobbiamo fermarci solo a questo, e dobbiamo avere il coraggio di superare questi anni difficili tenendo ben presente che se riusciremo a vedere oltre a questi sbagli, un mondo migliore sarà possibile. Un mondo in cui le parti in conflitti, dopo anni di vicinanza, potrebbero iniziare a comprendersi ed a accettarsi nonostante le differenze.
Può sembrare impossibile in certi frangenti, ma il coraggio si vede proprio quando si decide di combattere – in questo caso combattere ideologicamente e pacificamente – quando la situazione è critica.
Per questi motivi, con la poesia che ho scelto, cerco di tendere una mano verso chi ci sembra tanto differente, con il coraggio di chi sa che la mano tesa in segno di pace potrebbe anche essere ferita, ma nonostante tutto non si fermerà nella ricerca di una “Pace per il futuro”, simboleggiata nel testo della poesia come una carezza. Dobbiamo essere più forti dell'odio, non possiamo pensare di combattere l'odio con altro odio: si avvierebbe una spirale infinita, e sarebbe da stupidi gettarsi in questa spirale. Da stupidi per noi, e per quelli che verranno dopo di noi.
Così quando scrissi queste righe, da solo, in silenzio, pensavo di parlare ad un uomo proveniente da un paese lontano, diverso da quello in cui viviamo, cercando di esprimere quanto nonostante le differenze fosse possibile andare d'accordo creando un mondo nuovo, e lo facevo pensando di dirgli queste poche parole:

Siamo fratelli
e ci facciamo guerra.
Con te ho più in comune
che colui che mi comanda.
Siamo ciechi
perché vedere fa male
che il mondo nostro padre
è un padre che muore.
Fratello
ti tendo la mano,
non la ferire,
perché anche sanguinante
non fermerò la mia carezza.
Togliamo la benda
che il mondo ci impone,
facciamo pace
per il bene comune.
Mano nella mano,
come una famiglia,
saremo i padri
del mondo che viene.