lunedì 29 agosto 2016

SOLILOQUIO DEL POTENTE

di Gianluca Bissolati

Che brucino le ore!
Tra le fiamme, ardo anch'io!
Che sorga il sole!
Tra la massa, sorgerò anch'io!
Che brilli la luna!
Tra le tenebre, brillerò anch'io!
Che muoia l'uomo!
Oltre il corpo, non morirà il Dio!

venerdì 26 agosto 2016

FINE DELL'INFINITO

di Juliao Vanazzi

Cosa rappresenta
La nostra epoca
Se non
In definitiva
La morte di ogni concetto
Astratto o metafisico?
La morte
Nietzschiana
Di Dio
È l'inizio della fine dell'infinito.
La morte
Da ascensione
A Putrefazione.
Il cielo
Da paradiso,
A Cosmo.
L''inferno
Da dannazione
Ad Esistenza.


Artwork: "Fine dell'infinito", Gianluca Bissolati

lunedì 22 agosto 2016

MANO NELLA MANO COL DIAVOLO

di Juliao Vanazzi

Osserva il mio percorso
Sì Dio
A te parlo
A te mi rivolgo
Guardami
Ammirami
Odiami
Rinnegami
E poi torna ad amarmi
Non è questo che fai tu
In fondo?
Come i peggiori beoti
Osservi
Esprimi opinioni
E giudichi
Per poi comportarti ancora come in origine
Se no non saresti infinitamente buono
O infinito e basta
Il tuo comportamento ti rende dio
Gli uomini ti rendono tale
E tu ne gioisci
Andando
Mano nella mano con loro
Facendo di loro degli agnelli
Dei "giusti"
Sarà quindi per questo che io
Tra tutti
Non intreccio con te le dita
Camminando
Mano nella mano col diavolo


Artwork: "Mano nella mano col diavolo", Gianluca Bissolati

venerdì 19 agosto 2016

IL BRANCO

di Juliao Vanazzi

Correte assieme a me
Nella neve
Mia è l’incitazione
La vita è la nostra preda
Ne sentite l’odore?
Fugge
Ma via!
Incalziamola
Sfianchiamola
Ma mai abbastanza
Più veloce di noi
E come il vento dovremo correre
I nostri padri l’hanno persa
E così sono morti di fame
Catturiamola
Viviamo!
Vinciamo!


Artwork: "Il Branco", Gianluca Bissolati

mercoledì 17 agosto 2016

LA BANDA DEL CORTILE: "SCHIANTO" (estratto dal capitolo)

di Gianluca Bissolati

“Allora gente, che si fa?”
 Spegnendo la seconda sigaretta del pomeriggio, saluto con la mano Niky e Giova seduti sulla solita panchina davanti al monumento dei caduti della Seconda Guerra Mondiale, al centro della piazza.
 Niky ha l’aria più pallida del solito. Quello che si intravede tra il berretto e il cappotto scuro mette in evidenza il naso e due occhiaie che gli danno un’aria quasi cadaverica. Non è malato. Anzi gode di una salute migliore della mia e di Giova, nonostante sia un po’ più magro di noi. Solo non sopporta assolutamente il freddo, il che spiega gli abiti eccessivamente pesanti per il periodo in cui ci troviamo.
 Giova invece è l’esatto opposto. Cappotto con la cerniera perennemente aperta ed una semplice maglietta a maniche corte. La sua versione per spiegare questa mise è quella che il cappotto che indossa sia sufficientemente caldo nonostante sia aperto. La versione mia e di Niky è quella che si infili dei carboni ardenti nel didietro come hobby e che quindi sia perennemente accaldato. Oppure che sia in menopausa e soffra di scalmane. C’è ancora dibattito.
 “Che ne dite del ‘Nano Storto’?”
 “È troppo presto. È ancora chiuso.”
 Il freddo fa male all’unico neurone di Niky, che fa proposte senza senso. Fortunatamente Giova è sempre attivo, seppure con scarsi risultati il più delle volte, e prontamente lo corregge.
 Prendo il pacchetto dalla tasca ed estraggo un’altra sigaretta.
 “Infatti. Poi ultimamente è strano andare al ‘Nano’.”
 “Per Bruno?“ mi chiede Giova fumando anche lui.
 “Già.”
 Non risponde. Inarca le sopracciglia e guarda Niky che, zitto, ricambia il gesto. So cosa stanno pensando, e non posso dargli torto.
(...)
“Beh, non puoi dargli torto“ dopo qualche minuto di silenzio, finalmente Giova riprende la parola. Niky, soffiandosi sulle mani per scaldarle, annuisce.
 “Forse sì. Ma vedendo come sono andate le cose non capisco il problema.”
(...)
“Lasciamo perdere. Che facciamo allora, dal momento che il ‘Nano’ è chiuso?“ Niky sfodera la sua diplomazia e cambia discorso. Il  che mi fa sinceramente piacere.
 “Andiamo al ‘Cortile’. Ci facciamo due canne anche senza birre. Offro io.”
 Mi giro e gettando a terra il mozzicone della sigaretta mi incammino verso il ‘Cortile’. Alle mie spalle, ‘Ghiacciolo-Niky’ e ‘Menopausa-Giova’ mi seguono. L’uno tremante di freddo, l’altro sventolando la giacca aperta.

 Sono una coppia molto particolare.

 Gatto non appena ci vede arrivare, passa sotto il fil di ferro ed esce dal “Cortile”. Mi stava aspettando per tornare a casa ma capisce che non sarà subito e si sdraia vicino alla recinzione, controllandomi con la coda dell’occhio. A volte credo che sia un cane travestito da felino per quanto mi è fedele.

 Credo mi abbia adottato.
 Magari tu hai adottato lui. È diverso.
 No. È lui che cura me, non viceversa. Devo essere come il suo animale da compagnia.
 Si sono invertite le parti?
 Credo proprio di sì.

“Niky: prendi le cartine. Giova: rompi la siga. Intanto io sbriciolo il fumo.”
 “No, lascia stare. Fai sbriciolare a Niky. Se gli diamo le cartine, ora che fa su la canna, vengono le cinque.”
 “Fottiti“ Niky risponde risentito, pur sapendo che Giova ha perfettamente ragione.
 Sono le mani fredde che fottono Niky in queste operazioni. Sarà un problema circolatorio, ma le sue mani, almeno nel periodo autunnale e invernale, sono sempre ad una temperatura paragonabile a quella di una cella frigorifera, che per rollare non è il massimo. Credo perciò che l’idea di dargli in mano l’accendino e scaldare il Nero sia la migliore. Almeno riporta le dita ad una temperatura umanamente accettabile.

 Dati i compiti, tre canne sono pronte nel giro di cinque minuti. La mia è la più grassa di tutte. Visto che sono io ad offrire, mi sembra il minimo.

Non fumare che poi lavori.

 Accendo la cima col Bic nero e aspiro a pieni polmoni.

 Stavi dicendo?
 Idiota.

 Il sapore del fumo spazza via quello della sigaretta. Non saprei descriverlo con precisione, ma mi riempie dolcemente le narici e mi piace.
(...)
Verso le quattro e venti saluto i miei amici e li lascio a godersi i resti del Nero che gentilmente ho offerto.

E quei due bastardi non hanno rifiutato.

Con passo lento e un po’ barcollante, mi avvio, sorriso stampato in viso e mano che saluta la ‘Strana coppia della temperatura corporea inconsistente’.
 Gatto mi vede, si alza e mi segue. Non mi precede però, sta a qualche metro da me, sulla sinistra. Credo abbia paura di essere calpestato, dato il mio passo insicuro.

 Come dargli torto?
 E adesso come fai a guidare? Come fai a lavorare?
 Come ho fatto l’altra volta.
 Facendo schifo.
 Taci.

 Prima di attraversare la strada, guardo sia a destra che a sinistra. Gatto non lo fa ma, per spirito di partecipazione, si ferma ad aspettarmi.
 Non c’è in giro anima viva. Solo una macchina ferma ad un incrocio poco lontano. Sembra stia ripartendo, ma dovrei farcela comunque ad attraversare.

 Hai fumato. Non sei lucido. Fermati per sicurezza.
 Naaah..

 Scendo dal marciapiede seguito da Gatto che continua a mantenersi qualche metro alla mia sinistra.
 Sento che l’auto accelera improvvisamente. Mi volto. Gatto rimane immobile in mezzo alla strada e viene travolto. L’auto sbanda e si schianta con il muso contro la mia anca, sollevandomi da terra. Ricado sul cofano sbattendo la testa contro il parabrezza, all’altezza del sopracciglio. Il rinculo mi sbalza a qualche metro di distanza.

 L’auto si allontana lasciandomi solo sull’asfalto.


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 http://www.ibs.it/ebook/Bissolati-Gianluca/La-banda-del/9788898041381.html )

venerdì 12 agosto 2016

LUI

di Juliao Vanazzi

È perché non amo abbastanza
Lui e non io
E tu non amavi a sufficienza
Lui e non io
Perché ho poi troppo amato e troppo voluto
Lui e non io
E mentre lui ride io piango
Lui e non io
Una scelta
Giusta?
Sbagliata?
Solo inequivocabile
Dolorosa come una lama.
Come una lacrima
Inizia invisibile
Lenta
Eppure inafferrabile
E senza possibilità di freno
E le mie mani
Una volta su te
A colmare i tuoi vuoti
Ora coprono solo il mio viso
E nascondono la mia distruzione
Mentre lui ancora ti assapora
Lui e non io.


Artwork: "Lui", Gianluca Bissolati

lunedì 8 agosto 2016

IL MIO PAESAGGIO

di Juliao Vanazzi

Dov'è?
Dov'è andato quel cuore
Quel fuoco
Che scaldavano tutto ciò che ero
Mi donavano l'anima
Che mi faceva amare
Sbagliare
Piangere e vivere
Amore che brucia amore
E come sale cartaginese
Lascia il mio paesaggio
Arido
Depredato
Incapace di rinascere
Assetato di ricordi
Alla ricerca disperata
Di nuovi pensieri
E ispirazioni
E guardandomi
Non mi riconosco.



Artwork: "Il mio paesaggio", Gianluca Bissolati

venerdì 5 agosto 2016

REALTÀ

di Juliao Vanazzi

Realtà
Di realtà ti parlo
Poiché di null'altro mi intendo.
Non di sentimento
Né di passato

Dio mi perdoni
Di ciò che sarà.
Il mio occhio vede
Eppur è cieco
E se Iddio non mi perdona
Mi accolga dunque il diavolo
Dal momento che solo le sue creazioni tra tutte
Mi sono visibili.
E se
Nel mio ultimo istante
Con la gola secca
E le narici libere
Gli occhi non arrossati
Vedrò un Eden
Campi elisi dei valorosi
Saprò che Lucifero
Dopo avermi tolto ogni cosa
Mi ha privato anche della realtà.


Artwork: "Realtà", Gianluca Bissolati


martedì 2 agosto 2016

SIRENA

di Juliao Vanazzi

È lei
Lei che arriva.
Quando pensi di sapere tutto
Di saper amare
E non volerlo fare
Ella giunge.
Il calore della pelle
Ed il ghiaccio del cuore
Come la bellezza di una rosa
Che nel buio muore
Ci mette un nulla a rapirti
E ti prende
Ti dilania
Ti distrugge
Si fa toccare
Poi fugge
E quando dalla tua anima
Lacerata
Strappa un gemito
che per nessun altra esiste
Sentimento in gabbia da troppo
Che zampilla come sangue
Da viva vena
Si mostra per ciò che è
Moderna sirena
Lasciando il tuo spirito bruciato
Annerito
Sofferente
Piangente.
E senti il dolore
Una volta solo ricordo
Tornare
Mentre lei scompare.


Artwork: "Sirena", Gianluca Bissolati