di Gianluca Bissolati
Gentili lettori, vi
racconterò una storia, la più antica che io conosca. Vi parlerò di
una favola che risale agli albori dell'uomo, ai tempi in cui ancora
gli individui vivevano le loro esistenze senza la fiamma del principe
dei sentimenti. Di cosa sto parlando? Sembra chiaro, ma vedrò di
essere più preciso. Sto parlando della nascita dell'Amore.
Lungo le rive di un
fiume, in quella che più avanti sarebbe diventata la tanto decantata
Grecia, viveva un passerotto dal nome Desiderio. L'uccelletto
trascorreva le sue giornate cinguettando, svolazzando senza posa per
sfogare l'esubero delle sue energie e cercando il poco cibo di cui il
suo corpo necessitava per andare avanti. I giorni si susseguivano
senza mai un mutamento, fino a quando un caldo pomeriggio d'estate,
Desiderio, partito alla ricerca di nutrimento, si imbatté in un
folto sciame di effimere.
Tra i tanti insetti
dalla vita breve, sciamava senza posa una femmina di nome Impeto.
Ancora più rapida nei movimenti rispetto a Desiderio, l'insettino
volava instancabile da un punto del fiume all'altro, posandosi
sull'acqua giusto il tempo necessario per osservare ciò che aveva in
precedenza attirato la sua attenzione.
Attratto da un
comportamento tanto singolare, Desiderio si accostò ad Impeto, e
impaziente di rivolgere la parola al piccolo insetto femmina, tutto
d'un fiato le domandò:
_Chi sei? E perché
ti comporti in questo modo?
_Mi chiamo Impeto...
E prima ancora di
terminare la frase, il piccolo insetto era già partito
all'inseguimento di un nuovo bagliore sul pelo dell'acqua.
Desiderio, testardo e
risoluto, compiendo uno sforzo considerevole stette dietro ad
Impeto, attendendo che si fermasse nuovamente, per poter così
sentire che altro l'effimera avesse da dirgli.
_... non mi posso
fermare, la mia natura mi costringe a muovere in continuazione.
Aiutami se puoi.
Desiderio non se lo
fece ripetere due volte, e lesto come solo un passerotto affamato può
essere, prese Impeto col becco, costringendola all'immobilità.
_Non vorrai mica
mangiarmi?
Chiese in lacrime
Impeto.
_No, mi incuriosisce
la tua natura, e se per conoscerti meglio dovrò trattenerti nel
becco per giorni interi, io, Desiderio, non esiterò a farlo.
E così accadde: i
due rimasero nell'insolita posizione per lungo tempo, disquisendo
sulle proprie condizioni, giungendo alla conclusione che, pur diverse
per alcuni aspetti, le loro nature si sarebbero potute fondere dando
vita a qualcosa di buono. Mossi dalla volontà di vedere il risultato
di tale unione, i due, una notte senza luna, rapidi come la loro
essenza richiedeva, si accoppiarono.
Nel giro di qualche
giorno, dall'unico uovo deposto da Impeto, nacque una farfalla
maschio, che chiamarono Passione.
Nel frattempo, in un
altro punto del fiume, un cane di nome Apprendimento scrutava attento
la corrente. Un'infinità di fenomeni naturali attiravano la sua
attenzione: la vita degli insetti, la discesa placida di un ramo
sospinto dal flusso liquido, oppure la lotta disperata dei salmoni
che cercavano furiosamente di combattere lo scorrere dell'acqua.
Apprendimento osservava ed osservava, interrogandosi sul perché dei
fenomeni che si svolgevano davanti ai suoi occhi, trovando per ognuno
di essi delle spiegazioni che lo convincevano, placando la sua
curiosità. Di una sola cosa non riusciva a trovare il motivo: del
comportamento dei salmoni.
E proprio ad uno di
quei pesci rivolse la sua domanda:
_Chi sei? E perché
ti comporti in questo modo?
Il salmone femmina,
fermandosi per un attimo in un'ansa del fiume, affannata e bisognosa
di riposo, decise di interrompere per qualche minuto la sua lotta e
di rispondere ad Apprendimento.
_Mi chiamo Coraggio,
e combatto la corrente perché questa è la mia natura. La stirpe dei
salmoni, come tutte le stirpi del mondo, ha bisogno
dell'accoppiamento per non estinguersi, ed io e i miei simili ci
stiamo recando sul luogo in cui esso avverrà.
E salutando con la
pinna, Coraggio si rituffò tra acque agitate del fiume.
Apprendimento, dal
canto suo, non era pienamente soddisfatto della risposta ricevuta,
anzi, da essa aveva tratto ulteriori motivi per porgersi delle
domande. Desideroso di osservare per avere nuove risposte, seguì
Coraggio fino alla fine del suo lungo viaggio. La salmone femmina,
vedendo nuovamente il cane sulle rive del fiume, decise di spendere
ancora un po' del suo tempo conversando con esso.
_Ammiro la
perseveranza con cui mi hai seguita, dimmi chi sei.
_Sono Apprendimento,
e trovo interessante la forza d'animo adoperata nel tuo viaggio.
La conversazione andò
per le lunghe, e anche Coraggio e Apprendimento, proprio come Impeto
e Desiderio, si accorsero che le loro nature in qualche modo erano
conciliabili. Mossi dalla curiosità per il risultato di tale
fusione, i due, in una notte senza luna, si accoppiarono. Dopo
qualche giorno, dall'unico uovo, nacque una tartaruga femmina, che
chiamarono Affetto.
Ora, Affetto era
lenta, forte come la madre ed attenta ai dettagli come il padre, e
senza aver fatto troppa strada dal luogo della sua nascita,
trascorreva le sue giornate soffermandosi lungamente su qualunque
cosa la interessante. Durante una delle sue lunghe e lente
osservazioni, fu colpita da una farfalla che passava di lì per caso,
anch'essa intenta ad osservare alcuni oggetti che l'avevano colpita.
La farfalla
naturalmente era Passione, figlio della fugace Impeto e del volatile
Desiderio. L'insetto vagava scrutando alcuni oggetti specifici che
avevano attirato particolarmente la sua attenzione, avvicinandosi a
tratti un poco ad essi per osservarli da vicino, e a tratti
riflettendo sul modo migliore per renderli propri. E proprio mentre
rifletteva, si accorse che a sua volta era diventato l'oggetto dello
studio di qualcun altro: una tartaruga.
_Chi sei? E perché
mi fissi?
_Mi chiamo Affetto, e
ti fisso perché questa è la mia natura. Vorrei conoscerti meglio,
se non ti dispiace. Tu sei?
_Sono Passione, e non
credo avrò molto tempo da dedicarti, ma se vuoi starmi vicino, non
ci sono problemi.
Per Affetto, a dire
il vero, qualche problema c'era: lenta com'era, sarebbe stata
un'impresa stare accanto a Passione, ma senza perdersi d'animo non
si lasciò mai distaccare più di tanto dalla farfalla maschio.
Quest'ultimo, stupito dalla perseveranza di Affetto, spostò la sua
attenzione dai vari oggetti che lo interessavano riversando il suo interesse nei confronti della tartaruga, dalla
quale per molto tempo non si separò .
Parlando e
conoscendosi meglio, proprio come i rispettivi antenati avevano
fatto, i due compresero che le loro nature potevano unirsi per
formare qualcosa di inestimabile, e mossi anch'essi dalla curiosità,
in una notte senza luna, si accoppiarono.
Nel giro di qualche
giorno, l'unico uovo si dischiuse, rivelando una creatura mai vista
prima, che i genitori chiamarono Amore.
Amore aveva il guscio
di una tartaruga - forte per resistere agli urti - e le ali di una
farfalla - leggere per volare sul mondo con il dovuto disinteresse.
Unendo in sé le svariate caratteristiche del suo intero albero
genealogico, la nuova creatura vagava ed osservava, inseguiva e si
fermava, alla ricerca di qualcuno su cui riversare la propria natura.
E fu così che, in un
tempo troppo lontano per poter essere datato, dall'unione di Impeto e
Desiderio, e di Coraggio e Apprendimento, nacquero Passione e
Affetto, che a loro volta diedero luce all'unione di tutto, al
principe dei sentimenti: Amore.
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