giovedì 11 giugno 2015

LA BARISTA

di Juliao Vanazzi

Mi innamoro abbastanza spesso per uno che non si innamora mai.
Capitava in quel periodo che ero in vacanza in Spagna,  con la mia solita compagnia di due coglioni.
Ovviamente dei tre io ero il peggiore.
Quell’anno le cose non stavano andando esattamente per il meglio.
Oddio, in quanto ad ubriacature e altre occupazioni poco morali nulla da dire ma le donne? Nemmeno l’ombra.
In realtà non è esatto dire così.
Sto parlando di donne con la D maiuscola, quelle per le quali capisci di essere nato o per le quali moriresti.
Di discotecare spalmate per terra o appoggiate ai muri, incapaci di stare in piedi da soli ce n'erano a bizzeffe.
D'altra parte, a Maiorca, su quel punto di vista, cosa potevo aspettarmi?
Quella era una delle ultime sere e come di norma stavamo girando per i molteplici bar a poco prezzo della zona.
Si sa come funziona, una tequila li, una sangria qui e ci ritrovammo distrutti molto prima del momento nel quale la serata sarebbe dovuta finire.
Ma qualcosa mi disse che avevo ancora una cartuccia da sparare.
Beh, insomma, c’era questo posto, una merda di baretto a dire il vero, nulla di più di un localaccio.
Troie tedesche contro i muri, stalloni tedeschi contro le troie, un oktober fest iberica.
Ma dovevo farmi il mio dannato ultimo cicchetto.
Così, come da copione, mi avvicino al bancone, mi ci appoggio con un braccio e mi do in uno spagnoleggiante e tremolante “Tequila por favor”.
Chi si poteva immaginare di sentirsi rispondere in italiano dalla barista.
< Parla pure italiano, che io sono di Roma >
Così le sorrisi e l’alcool fece il resto.
Lo ricordo quasi come se fosse adesso.
Laura il suo nome.
Viveva a Maiorca da sola e lavorava in quella bettola per pagarsi gli studi.
Nemmeno lei era innamorata del clima pseudo prussiano che ormai invadeva quella parte della Spagna ma ci teneva a portare a buon fine la laurea e quello era l'unico modo che aveva trovato per fare una vacanza e allo stesso tempo divertirsi.
Dopo un quarto d’ora e un bacio che, nonostante fu solo passione ricordo come molto romantico, nei bagni del locale, ci demmo appuntamento per un drink seguito da una canna.
A casa sua.
Sesso, si parlava quindi di sesso.
Il fascino, ormai un po scaduto, dello scrittore aveva ancora un qualche valore su qualcuno quindi.
Sarebbe bastato presentarsi alle 4 a cento metri da li.
Sarebbe bastato non bere più.
Sarebbe bastato essere intelligenti a sufficienza per darsi un freno, almeno quella volta.
Sarebbe bastato.
E così mi ritrovo con un nuovo ricordo sulle labbra e una nuova ferita nel cuore.
Mi innamoro abbastanza spesso per uno che non si innamora mai.

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